FELICE NITTOLO
La Luce si
fa forma
Installazioni di Felice Nittolo
A cura di Linda Kniffitz
Battistero Neoniano
Cappella Arcivescovile
e Museo Arcivescovile
Inaugurazione Giovedi
3 ottobre 2019 ore 18,00
Sala Gialla - Palazzo Arcivescovile
piazza Arcivescovado, 1 - Ravenna
18:30
visita installazione Museo Arcivescovile e Cappella di
Sant'Andrea
19:00
visita installazione Battistero Neoniano
Dal 4
ottobre al 24 novembre 2019
Col
patrocinio di:
RavennaMosaico Biennale
Internazionale Mosaico Contemporaneo 2019
Comune di Ravenna Assessorato Cultura
MAR Museo d'Arte della città di Ravenna
Invito
Il
Battistero Neoniano conserva all’interno un raffinato
apparato decorativo, attribuito alla committenza del
vescovo Neone, tra il 450 e il 475. A pianta ottagonale,
come era in uso per i Battisteri per ricordare il dies
octavus - che nel Nuovo Testamento è il giorno della
resurrezione di Cristo - presenta lati alternativamente
rettilinei e absidati. Entrando lo sguardo viene
catturato dalla perfetta fusione tra decorazione musiva
e spazio architettonico: il mosaico integra e in parte
sostituisce gli elementi architettonici dissimulando la
struttura muraria. Nel disco sommitale un Cristo dalle
fattezze apollinee è immerso nudo nelle trasparenti
acque del fiume Giordano. Il Battista con la mano destra
versa l'acqua sul suo capo, mentre dal cielo scende una
colomba ad ali spiegate, lo Spirito Santo. Nella fascia
sottostante si snoda il corteo solenne dei dodici
apostoli, che sembrano incedere senza posa, grazie a
impercettibili torsioni dei corpi. Più in basso una
terza fascia è divisa in otto settori da candeliere: in
ogni settore è raffigurata un'esedra fiancheggiata da
portici, che contiene alternativamente un trono e un
altare, mentre nei portici laterali, ancora in
alternanza, sono rappresentati viridari e seggi vuoti.
Si tratta dell’Etimasia, tema iconografico che prefigura
il ritorno del Cristo sulla terra per il giudizio
universale.
Felice Nittolo, attraverso poche opere tridimensionali,
riesce a rafforzare in forma simbolica quanto viene
narrato nel programma teologico dei preziosi mosaici
della cupola.
La Croce d’oro posta sulla grande vasca battesimale
rafforza e rende visibile l’attributo di Victor proprio
del Cristo che ritorna nel Giudizio Universale,
sottinteso nell’Etimasia soprastante.
Le tre sfere dorate, forme archetipiche collocate nella
prima Cappella a sinistra dell’entrata, rimarcano il
movimento rotatorio che parte dal culmine della cupola,
suggerito anche dall'alternanza dei soggetti e delle
figure, che sembra perpetuarsi all'infinito.
Ma al contempo le tre sfere hanno un ulteriore
significato: alludono alla Trinità, alla divinità comune
a tre persone consustanziali, Padre, Figlio e Spirito
Santo, che si ritrova nella scena del Battesimo, alla
sommità della cupola.
Questo edificio è noto anche come Battistero degli
Ortodossi, in contrapposizione al credo ariano
dichiarato eretico. Con questa installazione l’artista
crea una dimensione simbolica, formale e luminosa di due
profondi significati spirituali e teologici: il Cristo
vincitore del Giudizio Universale, e il mistero della
Trinità.
Installazione: Trascendenza
Tre sfere dorate, 2018/2019, laterizio giallo, oro
bizantino, marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta,
diametri 30, 40, 50 cm
Croce dorata, 2001, laterizio giallo, oro bizantino,
marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta,
200 x 44 x3 cm
La Cappella Arcivescovile, o Oratorio di S. Andrea,
venne innalzata durante il vescovato di Pietro II
(494-519), all’interno dell’Episcopio, quale oratorio
privato dei Vescovi cattolici, quando il culto dominante
a Ravenna era quello ariano dei Goti.
Da tutta la decorazione musiva emerge chiaramente la
volontà di riaffermare la supremazia della fede
cattolica nei confronti dei nuovi dominatori eretici. Il
mosaico che decora la lunetta sopra la porta di ingresso
al nartece raffigura un Cristo giovane, in abiti
militari, col capo cinto da nimbo crucisegnato, che
regge con la mano destra una lunga croce e con la
sinistra un libro aperto, mentre calpesta i saeva
crimina, le forze del male, rappresentate dal leone e
dal serpente.
L’installazione di Nittolo si concentra nell’abside,
esplicitando, attraverso due sculture musive essenziali,
risplendenti di luce dorata - una croce e una sfera - il
ruolo del Cristo militans, ma anche del Salvator mundi,
in perfetto accordo con la decorazione del catino
absidale, di cui riprende configurazione e accordi
cromatici, e dando forma alle parole - una citazione dal
vangelo di Giovanni - iscritte nel libro retto dal
Cristo: “Ego sum via, veritas et vita”.
Installazione: Trascendenza
Una sfera dorata, 2018, laterizio giallo, oro bizantino,
marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta,
diametro 30 cm
Croce dorata, 2000, laterizio giallo, oro bizantino,
marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta,
cm 180x42x3
Museo Arcivescovile
L’opera pittorica Profanazione, presenza, assenza,
realizzata a tecnica mista, viene messa a confronto con
il lacerto musivo della Madonna Orante,del XII secolo,
esposto nella sala del Museo Arcivescovile che ospita i
brani superstiti del mosaico absidale del Duomo di
Ravenna, distrutto nel XVIII secolo.
Qui l’artista compie il passaggio inverso, non crea
simboli dotati di una terza dimensione, simula piuttosto
il sottofondo di un’immagine musiva, o ciò che ne resta
dopo uno strappo maldestro. Tracce, vestigia di un
passato ormai perduto: abbandonata la pietra e il vetro
dorato, si concentra sul gesto pittorico e
sull’assenza-presenza delle tessere nella malta
Una restituzione per sottrazione, quasi monocromatica,
dell’archetipo della Vergine orante: una fragile,
frammentaria ed evanescente figura di Vergine con le
braccia aperte. I tratteggi, che ricordano il lavoro del
bulino, vengono racchiusi da un profilo d’oro, per
rimarcarne la dimensione sacra.
Madonna Orante. Profanazione, presenza, assenza, 2011,
tecnica mista, impronte di tessere nella malta, carta
velina, tela, acrilico su legno
100 x 100 cm


