Vela

L’antologica di Felice Nittolo assurge a testimonianza di un evento espositivo forse temporaneo nella durata, ma duraturo nei risultati per le risonanze che è in grado di suscitare.
L’intento è dichiaratamente perseguito dall’autore che irrompe, con tutta la sua forza creativa, in un settore, come quello del mosaico, che per troppo tempo si è ripiegato su se stesso, aiutando ad orientarci tra le complesse relazioni entro cui si muove la già moderna ricerca artistica nel campo musivo.
Proveniente dalla pittura, letteralmente affascinato dal mosaico "scoperto" negli anni ’60, Nittolo, dopo gli esordi concettuali, si lancia in una ricerca continua che fa assurgere il mosaico, dal suo passato artigianale e comunque d’arte minore e succedanea della pittura, ad una sua autonoma e conclamata dignità d’opera d’arte.

Per raggiungere questo obiettivo occorreva restituire al mosaico la specificità di un linguaggio, dargli un lessico nuovo tutto da reinventare, sganciato dalla sintassi dei grandi artisti bizantini. Nittolo ha perseguito questo difficile obiettivo con una ricerca costante di tensione ma anche con un percorso estremamente seducente e provocatorio. L’antica Bisanzio rimane non solo nei titoli di una bella serie ma ancor più nel substrato profondo della sua psiche, ma l’immagine tradizionale è mascherata, frantumata, quasi totalmente cancellata. La figura umana diventa un cono o una sfera, gli sfondi verdi di S.Apollinare di Ravenna si trasformano in distese di smalti colorati in cui l’unico elemento di collegamento tra passato e presente è dato dall’abilità con cui si cattura la luce. Domina l’impianto compositivo di Nittolo la suddivisione dello spazio in scansioni geometriche che esemplifica, fino a sconfinarlo, il racconto pittorico, evocato più che narrato, suggerito più che espresso.

Bisanzio - Dittico

Bisanzio

Sono gli esiti, provvisoriamente ultimi, di un percorso creativo intrinsecamente coerente, nonostante la sua poliedrica mutevolezza, del tutto scevro di una ripetitività rassicurante ma arida. I risultati sono di un’evidenza così palpabile da diventare seducenti.
Qui non ci troviamo di fronte ad un concettualismo così spinto da diventare impenetrabile. Occorre infatti lasciarsi guidare dalla percezione tattile oltre che visiva ed allora le composizioni di Nittolo rilevano tutti i loro segreti. Gli spazi azzurri disabitati e silenti, ci appariranno come cieli luminosi di stelle, le superfici, selezionate, indagate, scandite, diventeranno spartiti musicali in cui la luce si trasforma in suono e viceversa. Forse suggestioni ed impressioni fuggevoli, ma che sono il miracolo che la grande arte sa suscitare, sempre e in ogni modo, in tutte le sue possibilità espressive.

Roberto Barbato

The exhibition of Felice Nittolo’s best operas is testimony to an artistic event which, although temporary in its duration, will be long lasting in the resonance that the result are able arouse.
The objective is openly pursued by the artist who, calling on all his creative powers, bursts into the field of mosaic art which has been buried for far too long and helps us to find our way in the complex relations which can be found in the modern artistic quest of mosaic art.
Originally a painter, he was totally fascinated by mosaic which he "discovered" in the sixties. After his first conceptual works, Nittolo dedicated his life to the continual quest which would see the revival of mosaic from its past as a workshop product belonging to inferior art and a poor subsitute for painting, to an autonomous and proclaimeddignity as an opera of art.

Baco da seta

Coperton

To reach this objective, it was necessary to restore a specificity of language, to give it a newly invented lexicon free the syntax of the great Byzantine artists. Nittolo pursued this difficult objective not only with a constant quest of tension but also following an extremely seductive and provocative course. Antique Byzantium can be found not only in the titles of a beatiful series of operas but even more so in the inner soul; the traditional immage, however, is masked, shattered and almost totally erased. The human figure becomes a cone or a sphere, the green background of the Basilica of St.Apollinare in Ravenna is trasformed into extensions of coloured smalti in which the only element that connects past and present can be discovered thanks to the artist’s ability to capture the light. The subdivision of space in geometric scansiones dominates Nittolo’s basic composition which exemplifies and goes beyon the pictorial story, evoked more than narrated, suggested more than expressed.

These are, for the time being, the latest result of a creative course intrinsicly coherent in spite of the quest of new forms, while lacking that reassuring but barren repetivity.
The result are so evident, so palpable that they become seductive. We are not faced with such an obscure and threfore impenetrable conceptualism. In fact, one must be giuded by tactile as well as visual perceptions, only at that point Nittolo’s compositions will reveal all their secrets. Silent and uninhbabited blue spaces apeear to us as stair lit skies, surfaces divided into sections, examined and scanned become musical scores in which light is transformed into sound and vice versa. Maybe these suggestions and impression will be short lived but they are the miracle that only the great works of art can arouse in all their expressive possibilities.

Roberto Barbato

Spirale