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San
Francesco, Cimabue, Giotto, Dante: sono solo alcuni dei
personaggi, universalmente noti, che hanno contribuito
con la loro produzione artistico-letteraria a mantenere
sveglio l'interesse culturale di una città come Ravenna
famosa per i profondi silenzi malinconici, per le rare e
preziose, luminescenze di un'arte raffinatissima come il
mosaico.
Felice Nittolo, artista internazionale, arricchisce ulteriormente queste luminescenze con una installazione unica e straordinaria collocata all'interno della Basilica di San Giovanni Evangelista: la più antica di Ravenna. Basilica fatta costruire per volontà di Galla Placidia in seguito ad un voto promesso durante la traversata del 424 che da Costantinopoli la condusse a Ravenna; viste le pessime condizioni atmosferiche, promise che se avesse toccato terra , avrebbe fatto costruire una chiesa dedicata a Giovanni nel luogo dello sbarco: così avvenne. Nel Medioevo la chiesa divenne sede di monaci benedettini che vi costruirono accanto un importante monastero. Nel 1300 la Chiesa e il monastero furono rinnovati seguendo il gusto gotico: di quell'intervento resta l'interessantissimo portale. Durante la seconda guerra mondiale la Chiesa venne bombardata e pesantemente danneggiata, in seguito fu restaurata. Oggi la Basilica suggestiona per la sua struttura architettonica essenziale, elegante, severa e luminosa: entrando si ha l'impressione di trovarsi in un luogo fuori dal tempo: antico ma attuale ed eterno. La Basilica di san Giovanni Evangelista, dunque, appare davvero uno spazio perfetto per ospitare la porziuncola. L'intensa installazione Nittoliniana. Infatti Francesco nella sua opera di predicazione e nei suoi scritti faceva prevalentemente riferimento al Vangelo di Giovanni che conosceva quasi per intero a memoria. La Porziuncola di Assisi è stata in assoluto la chiesa più cara a San Francesco, soprattutto perchè fu proprio lì che ad un certo punto il suo futuro gli si rivelerà chiaro “questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore”; e non è dunque un caso che essa sia stata anche il luogo in cui scelse di essere accompagnato dai confratelli per accomiatarsi dall'esistenza terrena. La Porziuncola in mosaico di Felice Nittolo nell'affascinante progetto di installazione nella cappella gotica della Basilica di San Giovanni Evangelista, ricalca specificatamente l'attuale aspetto della chiesetta che nel 1500 fu inglobata nella grande costruzione di Santa Maria degli Angeli. “Chiesa nella Chiesa” dunque il significato per l'artista! C'è certamente molto dramma in questa grande scultura musiva: la sua superficie è scabra come nell'originale edificio francescano, ma qui all'asprezza della pietra umbra si sostituisce una tessitura musiva sincopata, obliqua, irregolare, che si accende di bagliori improvvisi e vive ritmi spezzati in un'alternanza cromatica che non è data solo dalla tessera, ma che al contrario si nutre delle vibrazioni pittoriche della malta di fondo. Ovvero dell'interstizio, del solo apparente “vuoto” del mosaico, che interviene a sottolineare o negare gli andamenti delle tessere, quasi si trattasse di pennellate gestuali. Il lavoro di Nittolo è nutrito di una “pittura” animata ed emotiva in cui il colore appare steso febbrilmente: e d'altra parte non sono rari i lavori propriamente dipinti in cui Nittolo, con gestualità sicura ma che appare anche aperta ad accettare un certo margine di casualità (tra Action Painting e Gutai) traccia vigorosi tratti pennellati e in alcuni casi addirittura gocciolati, che accostano il loro carattere sfumato alla solida forma delle tessere. I segni di Nittolo così manifesti ed incisivi, sembrano seguire il movimento curvilineo del braccio, e ricordano gli impetuosi colpi di pennello di Hartung, o forse i tagli di Fontana che però in Nittolo si trasformano in lamine metalliche in leggero rilievo che visualizzano l'andamento del disegno. Due travi di legno feriscono la porziuncola nella parte alta e rimandano simbolicamente alle piaghe che hanno lacerato la chiesa negli ultimi anni: due forme semplici, monolitiche, dall'andamento immediatamente intellegibile ma voluminose e dal potente impatto visivo che sottolineano un messaggio di attualità. Nel Presbiterio l'artista colloca tre sfere pure, assolute e solenni come la totalità della Basilica: la sfera è il lavoro emblematico dell'arte di Nittolo dove si fa sentire di più la riflessione condensata nel manifesto della Nuova Tradizione del 1992: “ la tessera musiva può risolvere l'odierna crisi di idee in quanto creativa, in quanto novità, in quanto nuova tradizione : il mosaico ha valori estetici ed artistici di grande rigore e innovazione , le tessere sono tutte pezzi unici e a loro modo irripetibili” Felice Nittolo
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